di
Gnocchi & Palmaro:
«Quando tra le pagine di un libro si annusa profumo di Chesterton, si può star certi che si tratta di un buon libro. E in questo lavoro, anche senza riferimenti speciali, il vecchio Gilbert è presente dal principio alla fine, quasi che padre Serafino Lanzetta abbia tenuto presente uno dei suoi pensieri più lucidi e folgoranti, che suona più o meno così: se il mondo com’è oggi non funziona, chi l’ha detto che non si possa tornare indietro?
«Un pensiero di evidente buon senso che l’autore prende talmente sul serio da farne un vero e proprio programma per uscire dalle drammatiche spire della modernità. Se il mondo si è infilato in una trappola mortale, si può tornare indietro, eccome. Anzi, si deve tornare indietro, fino a recuperare il senso della vita. Se si permette il bisticcio di concetti, fino a recuperare il senso nativo della vita.
«Ci arriva la ragione, spiega padre Lanzetta, e anche questo è molto chestertoniano. E lo conferma la fede. Ecco un altro dei pregi di questo libro: la capacità di tenere insieme fede e ragione, assegnando a ciascuna il suo ambito e mostrando che, avendo entrambe come oggetto la verità, non possono giungere a conclusioni diverse. Grazie alla ragione, della vita si può, e si deve parlare con chiunque, al di là delle tante timidezze, e purtroppo delle tante defezioni, che macchiano il mondo cattolico. Scorrendo queste pagine si scopre che sono proprio le parole sicure sulla vita, affilate e dolci allo stesso tempo, il balsamo che tanti uomini del nostro tempo vanno cercando.
«Ci si affanna a trovare soluzioni di ogni genere al caos che avvolge questo disastrato secolo, da quelle economiche a quelle politiche. Si cerca di aggiustare in corsa ciò che sembra non funzionare. E non ci si accorge che, invece, diventerebbe tutto più facile se si ripartisse dall’inizio: dalla vita»...
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Nel
frastuono dei rumori della nostra civiltà diciamo tante parole, ma non sappiamo
più ascoltare. Col silenzio scompare anche il pensiero delle cose vere, delle
cose importanti. Viviamo ma non sappiamo cos’è la vita, qual è il suo intimo
significato. Così capita che impariamo a scegliere, o addirittura a “sceglierci”,
ma non ci interroghiamo sui perché.
Dal
solo vivere nella libertà, senza Dio, senza proibizioni, ci troviamo a fare i
conti oggi con una vita svuotata del suo intimo significato: al non più vivere,
al non dover più nascere, al dover vivere solo a determinate condizioni. Per
una società tollerante come la nostra qui si evidenzia un male che è
intolleranza fondamentale.
Il
libro di p. Serafino M. Lanzetta offre una lettura di questo passaggio nodale
del pensiero che va verso il nichilismo, fino ad annichilire le cose più grandi
della vita, la stessa vita dell’uomo.
L’A. scommette, per dare speranza al
futuro, altrimenti squallido ed incerto, su un ritorno al valore primigenio,
inestimabile e mai negoziabile della vita. Senza se e senza ma. Senza “politiche”
della vita o sulla vita.
Scoprire
cos’è la vita è iniziare a vivere veramente. Accorgersi di vivere “entrando
nella vita” è poter vivere per sempre, con quel Dio che si è fatto Bambino e
abita in mezzo a noi.
Così
la vita, la Vita, ci sussurrerà: Avrò
cura di te!