Offriamo ai lettori un'ampia recensione di p. Serafino M. Lanzetta, sull'ultima opera del Card. W. Kasper, dedicata alla misericordia, concetto chiave del vangelo e della vita cristiana.
È da salutare con grande interesse lo
sforzo teologico del card. Kasper di rimettere il tema della misericordia di
Dio non solo al centro della predicazione e della pastorale della Chiesa, ma
soprattutto al centro della riflessione teologica. Nel suo recente libro sulla
misericordia, apparso in tedesco nel 2012 e poi tradotto in italiano per i tipi
della Queriniana (Giornale di Teologia 361) nel 2013, Misericordia. Concetto fondamentale del vangelo - Chiave della vita,
il cardinale tedesco, per lunghi anni presidente del Pontificio Consiglio per
l’Unità dei Cristiani, parte da un’amara constatazione: la misericordia, la
quale occupa un posto centrale nella Bibbia, è difatti caduta completamente in
oblio nella teologia sistematica, trattata solo in modo accessorio. O non
occupa un posto centrale nei manuali di teologia sistematica fino alle soglie
degli anni 1960, o addirittura manca del tutto in quelli recenti. Se vi
compare, occupa un posto del tutto marginale. Nonostante che il pontificato di
Giovanni Paolo II avesse dato un grande impulso alla riscoperta della
misericordia, come tema teologico e spirituale, grazie soprattutto alla Santa
polacca, S. Faustina Kowalska, e che Benedetto XVI ne avesse fatto, in un certo
modo, la sua direttrice, con la prima enciclica sull’amore, Deus caritas est, il tema rimane ancora
nascosto nel suo potenziale sviluppo per la teologia e quindi per la vita
cristiana. Il nostro cardinale, dunque, in questo suo testo, di cui ci occuperemo
(5a ed. it. del 2014), raccoglie questa sollecitazione, e presenta a
livello sistematico il tema della misericordia di Dio.
Una
giustizia che si ritrae nella misericordia?
La misericordia è una medicina
indispensabile, è l’ingrediente che purtroppo manca, ma che a ben guardare
rappresenta l’unica vera risposta agli ateismi e alle ideologie così perniciose
del XX secolo. Come annunciare di nuovo un Dio, di cui, dopo Auschwitz, faremmo
solo meglio a tacerne l’esistenza? Storicamente, a giudizio di Kasper,
suffragato da O.H. Pesch, «l’idea di un
Dio castigatore e vendicativo ha gettato molti nell’angoscia a proposito della
loro salvezza eterna. Il caso più noto e foriero di gravi conseguenze per la
storia della chiesa è il giovane Martin Lutero, che fu per lungo tempo
tormentato dalla domanda: “Come posso trovare un Dio benigno”, finché egli un
giorno riconobbe che, nel senso della Bibbia, la giustizia di Dio non è la sua
giustizia punitiva, ma la sua giustizia giustificante e, quindi, la sua misericordia.
Su di ciò, nel XVI secolo la Chiesa si divise» (p. 25), e così da quel
momento, il rapporto giustizia e misericordia divenne una questione centrale
della teologia occidentale.