Domani, 27 ottobre, il S. Padre si recherà ad Assisi, dove insieme ai diversi leader religiosi celebrerà la Giornata di riflessione, di dialogo e di preghiera per la pace, radicata nella verità: Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Così farà memoria dei 25 anni trascorsi dal primo incontro voluto nel 1986 da Giovanni Paolo II.
In dialogo con un pastore protestante, il prof. P. Beyerhaus, mostratosi preoccupato per le derive sincretiste di Assisi, il Pontefice, mentre gli chiedeva di aver fiducia nella sua persona, chiaramente metteva in luce che si sarebbe ben guardato dal far scadere il tutto in relativismo o sincretismo, pericoli del resto da lui sempre denunciati.
Assisi III risulta, infatti, sostanzialmente diverso dal I. La diversità la si vede in 3 punti:
1) si tratta di un pellegrinaggio verso la verità, da cui deriva la pace. La pace è frutto della giustizia e la giustizia deve essere radicata nella verità (naturale dell'uomo e soprannaturale di figlio di Dio);
2) più che di un dialogo interreligioso si tratta di un dialogo interculturale, che vede la presenza anche di uomini non credenti, ma che riconoscono il bene prezioso della ragione umana, che precede la religione e ne fonda la sua verità nell'apertura al trascendente. Solo da una ragione forte si può partire per annunciare il Salvatore, che è Logos (Senso, Ragione) e Amore: la pienezza;
3) non sarà un incontro di preghiera insieme e neppure di assistenza alla preghiera altrui. Il momento centrale sarà il camminare verso la Basilica del Serafico Padre in silenzio. Le parole umane - soprattuto quelle pronunciate in un contesto pagano - sono spesso un ostacolo all'azione dello Spirito di Dio, che solo può trasformare le nostre parole in un'eco dell'unica Parola, il Verbo di Dio.
Allora, vogliamo accompagnare con la nostra preghiera il S. Padre in questo suo pellegrinaggio, perché la sua parola e il suo messaggio diventino veramente eco dell'unica Parola di salvezza, da annunciare ad ogni uomo di buona volontà. Ci piace immaginare che uno dei passaggi più vibranti del suo discorso riprenda il tono e la modulazione di una sua accorata omelia, pronunciata in S. Pietro nella Solennità dell'Epifania dell'anno 2007. Uno dei passaggi più belli così diceva:
«L’esempio dei Magi di allora è un invito anche per i Magi di oggi ad aprire le menti e i cuori a Cristo e ad offrirgli i doni della loro ricerca. Ad essi, a tutti gli uomini del nostro tempo, vorrei quest’oggi ripetere: non abbiate paura della luce di Cristo! La sua luce è lo splendore della verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace. Così sia» (leggi tutto).
"Oremus pro Pontifice nostro Benedicto. Dominus conservet eum et vivificet eum et beatum faciat eum in terra et non tradat eum in animam inimicorum eius".