A cura di Francesco Agnoli e Lorenzo Bertocchi, Sentinelle nel post-concilio, Edizioni Cantagalli 2011:
“Il concilio che si inizia sorge nella Chiesa come un giorno foriero di luce splendidissima.” Così il Beato Giovanni XXIII apriva il Concilio Ecumenico Vaticano II l’11 ottobre 1962. Purtroppo gli anni che seguirono furono meno splendenti di quel che ci si augurava, la ricezione del concilio più difficile di quel che si sperava, eppure l’esaltazione di un certo “spirito conciliare” ha caratterizzato la vita della Chiesa per quasi cinquant’anni. Lo stesso Paolo VI si mostrò allarmato della situazione post-conciliare, poi il Beato Giovanni Paolo II e ora Benedetto XVI hanno più volte messo in guardia da erronee interpretazioni.
C’è il rischio però che il dibattito sul Vaticano II rimanga solo in ambito specialistico, mentre la natura di queste derive pastorali e dottrinali è importante che possa essere conosciuta da tutti, per questo la testimonianza di alcune grandi personalità può essere utile. Si propone allora non un trattato teologico, né storico, ma una specie di inchiesta da cui far emergere il ruolo di alcune “sentinelle” che nel post-concilio hanno rappresentato una voce fuori dal coro, personalità spesso controcorrente, etichettate con troppa facilità. Eugenio Corti, Romano Amerio, Giovannino Guareschi, S. Pio da Pietralcina, P. Tomas Tyn, Don Divo Barsotti, P. Cornelio Fabro, il Card. Giuseppe Siri, Mons. Brunero Gherardini e anche Mons. Marcel Lefevbre, sono le “sentinelle” tratteggiate da vari autori in questa breve indagine.
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