Oggi la Chiesa celebra la festa di "Maria Regina" e nel Rito antico la festa del "Cuore Immacolato di Maria". Offriamo ai lettori una meditazione di p. Serafino M. Lanzetta sul Cuore Immacolato di Maria, tenuta a Fatima, durante un corso di Esercizi spirituali predicati ai laici nel maggio 2013. Il Cuore Immacolato di Maria è un vero compendio del Messaggio che la Celeste Signora consegnò ai Pastorelli di Fatima, da maggio ad ottobre del 1917. L'attualità e la profezia di questo Messaggio oggi è ancora più chiara. Rimane paradigmatica ed enigmatica quella richiesta della Bianca Signora a Lucia, di rivelare la terza parte del Segreto solo a partire dal 1960.
Guardando gli eventi epocali sotto i nostri occhi e la condizione della Chiesa nel suo interno, una vigna devastata dal nemico, un campo sterminato con tanti morti, non possiamo che rammentare il tono altamente profetico delle parole di Papa Benedetto XVI, pronunciate a Fatima nel maggio del 2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Di recente è apparso un importante libro, curato dalle Carmelitane del monastero di Coimbra, dove visse e morì Sr. Lucia. Nel libro vengono pubblicati ampi stralci del diario intimo della veggente: Un caminho sob o olhar de Maria, Edições Carmelo 2013 (qui una scheda del libro in portoghese e qui il lancio del libro in italiano). Anche in una lettera di Sr. Lucia al P. Fuentes del 1958 (qui) sono profeticamente descritti il destino dell'umanità e i tempi che scorrono sotto i nostri occhi.
Di seguito la meditazione.
Siamo quasi giunti al traguardo
dei nostri esercizi spirituali. Quest’oggi chiedo particolarmente la vostra
attenzione, perché vorrei rivelarvi una cosa di cui non vi ho parlato fino ad
ora. Vorrei parlarvi del “Segreto di
Fatima”, rimasto ancora nascosto a tanti, il Segreto dei segreti, il Cuore Immacolato di Maria. La
rivelazione di Fatima è un dono di Dio al nostro tempo, il Signore che parla,
che si fa presente a noi attraverso la Sua Santissima Madre.
Ripercorrendo l’itinerario delle
Apparizioni, abbiamo potuto capire la pedagogia del Signore e della Madre Sua nel portare pian piano questi
fanciulli a comprendere cose sempre più profonde, ma sempre così semplici e
così importanti. E la via attraverso la quale il Signore porta questi fanciulli
a comprendere pian piano i disegni di Dio su di loro e sull’umanità, questa
grande via, questo grande crocevia, se vogliamo, è il Cuore Immacolato di
Maria.
Il Cuore Immacolato di Maria è,
per così dire, la rivelazione di Dio a Fatima. È il Cuore che custodisce le cose di Gesù, è il Cuore che
custodisce le verità della fede, il Cuore che si scambia con quello di Dio. Dio
stesso ha rivelato questo Cuore, che è il Cuore che più e meglio di ogni altro
si è conformato a Lui. È il Cuore nel quale unicamente abita Dio, il
Tabernacolo di Dio. Ecco perché il Signore rivela questo Cuore, perché Lui
dimora solo in questo Cuore, Cuore purissimo: dimora di Dio fra di noi. E
Dio sceglie questo Cuore, lo prepara, lo plasma immacolato, perché poi Lui in
esso vi abiti, perché Lui stesso possa entrare in questo Cuore e prendervi
dimora, riposo, rifugio.
Dio si rifugia in questo Cuore!
Il Signore abita nei Cieli immensi, nella Sua infinità, e volendo farsi
conoscere da noi, povere creature, non poteva trovare altro luogo più adatto a
Lui, più consono, più vicino a Lui che il Cuore di Sua Madre, il Cuore
Immacolato di Maria.
Allora, il crocevia di Fatima,
dove tutti i Misteri si intrecciano, dove passano tutte le strade, tutte le
parole, tutte le rivelazioni, i segreti, è concentrato in questo dono: il Cuore
Immacolato di Maria.
Chi viene qui a Fatima, deve
aprire il suo cuore e accogliere in dono questo Cuore; deve, per così dire,
cambiare il suo cuore e dire: «Madonna mia! Ti do il mio cuore, Tu donami il
Tuo! Lascio qui il mio cuore di pietra, così duro, così sordo alla Grazia di
Dio, così indifferente, egoista. Lo lascio qui, ai piedi tuoi, e Tu, finalmente,
donami il Tuo Cuore».
Sin dal giugno 1917 il Signore
dice, per mezzo della Sua Madre, che vuole
stabilire nel mondo questa devozione, la devozione al Cuore Immacolato di
Maria. Abbiamo detto che il Cuore di Maria è la dimora di Dio in mezzo a noi,
il luogo dove abita Dio. Dio voleva farsi conoscere, venire tra noi, e, per
farlo, ha pensato che il modo più adatto era proprio questo Cuore, scegliere
questo Cuore e riservarlo per sé. Lui lo ha fatto da quando si è incarnato.
Ma se vogliamo andare ancora più
indietro, Dio è eterno, le cose che Lui pensa, le pensa dall’eternità. Anche se
accadono in un determinato tempo, Dio le vede e le pensa da sempre e con un
atto semplicissimo, che è il Suo pensiero. Dio è il Suo pensiero. Quindi, se ha
pensato di scegliersi questo Cuore nel quale dimorare, nel quale incarnarsi, lo
ha scelto, lo ha pensato dall’eternità, e quindi dall’eternità ha visto questo
Cuore.
“Cuore” nella Bibbia non è soltanto un organo vitale dell’uomo, non
è soltanto un membro del corpo. Siccome il lessico ebraico è povero di “lemmi”, ecco che molto spesso un solo
vocabolo ha un significato molto ampio, implica molte cose, ha molte sfaccettature,
molti significati. Così, “cuore”
nella Bibbia non indica soltanto quest’organo vitale dell’uomo, che pompa il
sangue, ma “cuore” ha un significato
figurativo, è “figura”, e, allo
stesso tempo, indica l’interiorità dell’uomo, indica la spiritualità dell’uomo,
ciò che costituisce intimamente la persona.
Nella Bibbia, “cuore” indica i pensieri dell’uomo; il “cuore” è simbolo che rimanda all’amore, al
pensiero come scelta, come desiderio, come rinuncia, come – purtroppo può
accadere – idolatria e iniquità (cf. Sal 18,15; 72,7; Sir 37,17; Eb 4,12).
Quando Israele si prostituisce – per usare una parola biblica (cf. ad es. Ger
3,3ss.) – rinnega il suo amore sponsale per Dio, sceglie altri dei, idolatra le
divinità pagane. Israele commette così un grave peccato di adulterio, e
l’adulterio è concepito nel cuore, come l’amore vero dello sposo per la sposa è
sempre concepito nel cuore, non nella carne. Nella Bibbia “cuore” indica ciò che fa parte della vita interiore dell’uomo, ciò
che costituisce la vita spirituale. Lo stesso amore non è concepito nella
carne, nelle ossa. L’amore, come il pensiero, parte dall’anima, parte da questo
centro interiore dell’uomo, il suo “cuore”.
Qui subito possiamo ricordare la Beatitudine di Gesù: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8). La purezza del cuore è
capacità di vedere ciò che non si vede. Un cuore limpido come un bicchiere di
acqua cristallina, come un’acqua che sgorga in alta montagna, questo cuore puro
è capace di Dio, perché è l’uomo che nel suo intimo, rinunciando agli idoli e
alla sporcizia, con umiltà si apre a Dio; con la sua intelligenza, i suoi
sentimenti, gli affetti, è capace di Dio, della purezza, della bellezza.
Dire “Cuore Immacolato di Maria”, allora, significa alludere alla persona
di Maria. Quando diciamo “Cuore
Immacolato”, vogliamo esprimere il mistero di Maria, il suo amore materno,
la sua intelligenza, i suoi affetti, i suoi desideri, i suoi pensieri, i suoi
ricordi, la sua memoria. Tutto fa parte del cuore e promana da esso. Tutto ciò
che costituisce una persona, quindi, in
primis, la sua dimensione spirituale, tutto è compendiato in questo cuore.
La Vergine Maria: un Cuore che
vede Dio
Pertanto, il Cuore Immacolato di
Maria è il Cuore purissimo che vede Dio e ne diventa il Tabernacolo, la Dimora,
“la Tenda” – per usare delle espressioni
bibliche – , “la Tenda di Dio in mezzo a
noi”. Dio vuole abitare in mezzo a noi e ha bisogno di un rifugio, di una
tenda, e questa Tenda è Maria, il Cuore Immacolato. Dio abita nei suoi
pensieri, Dio abita nel suo amore, Dio abita nei suoi ricordi, nei suoi
desideri, nelle sue aspirazioni, nelle sue preoccupazioni di Madre, nei suoi
dolori materni: tutto è compenetrato da questa presenza di Dio in Lei.
Il Cuore Immacolato di Maria
sintetizza il Mistero di Maria. Ascoltare perciò da Lei a Fatima: «Dio vuole stabilire nel mondo la devozione
al mio Cuore Immacolato», significa che Dio vuole stabilire nel mondo la
devozione alla Madonna, facendoci partecipi di tutto il Mistero di Maria,
permettendoci di entrare nel mistero di Maria, attraverso la porta del suo
Cuore.
Ancora, dire: Dio vuole stabilire
questa devozione al Cuore Immacolato, significa dire che Dio vuole mostrare
all’umanità, al mondo, l’unico suo vero abitacolo, l’unico luogo dove lo si può
trovare. Non ci sono altri posti. È come se ci dicesse: «Solo per mezzo di
questo Cuore posso abitare con voi, in mezzo a voi». Dio è spirito; Dio non
abita in nessun luogo, perché niente può contenere Dio. Dio però nella sua
grandezza poteva solo abbassarsi. Lo ha fatto, quando si è fatto carne, divenendo
uomo, prendendo la nostra carne in questo Cuore.
Ecco perché il Signore mostra il
Cuore Immacolato: è la sua stessa via
in questo mondo. Ecco perché allora il Cuore Immacolato è il Cuore voluto da
Dio dall’eternità, nel tempo, scelto e prediletto: perché il Figlio diventasse
uomo, perché anche il Figlio avesse un cuore.
Il Cuore di Maria è il cuore più
antico, il cuore originario. Quando Dio pensa al suo Figlio che deve
incarnarsi, non può non pensare immediatamente al modo in cui incarnarsi, e
quindi pensa immediatamente a questo Cuore.
È il Cuore più antico, ma le cose
più antiche sono sempre anche quelle più nuove, più recenti: “Bellezza antica e sempre nuova”, dice
Sant’Agostino quando parla di Dio nelle sue “Confessioni”. Maria è un Cuore antico, scelto dall’antichità, dai
giorni remoti, ma è un Cuore che a Fatima ci viene donato come presenza, come
attualità, adesso. È un Cuore che il Signore ha scelto da sempre, che ha voluto
nel tempo, e che in questo tempo così difficile, così tormentato, dona di nuovo
agli uomini.
L’appello di Fatima nasce in un
grande e importante nodo storico, in un momento epocale della storia. E chi non
vede che il nostro tempo è un grande momento epocale, una svolta? Una svolta in
cui siamo davanti a un bivio. Oggi più che mai ci accorgiamo di essere davanti
a un bivio: o Dio o la distruzione con un ghigno satanico. Già lo diceva
Giovanni Paolo II, quando pronunciò l’atto di affidamento al Cuore Immacolato
di Maria, l’8 ottobre del 2000:
«L'umanità possiede oggi strumenti
d'inaudita potenza:
può fare di questo mondo un giardino,
o ridurlo a un ammasso di macerie.
Ha acquistato straordinarie capacità
d'intervento
sulle sorgenti stesse della vita:
può usarne per il bene, dentro l'alveo della
legge morale,
o può cedere all'orgoglio miope
di una scienza che non accetta confini,
fino a calpestare il rispetto dovuto ad ogni
essere umano.
Oggi come mai nel passato,
l'umanità è a un bivio.
E, ancora una volta, la salvezza è tutta e
solo,
o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù».
Pensate alla bomba atomica.
Pensiamo al fanatismo del terrorismo islamico. Ma, allo stesso tempo, possiamo
fare, con la nostra tecnica, del mondo un giardino, un luogo di accoglienza.
Siamo davanti a questa scelta.
Ecco perché il Signore ci mostra
questo Cuore. Se si accoglie questo Cuore, il mondo è trasformato in un
giardino dove abita di nuovo Dio in mezzo a noi. Se invece rifiutiamo questo
Cuore, il mondo diventa un cumulo di cenere, può diventare un mare di fuoco.
Il Signore ci dona questo Cuore
in questo momento, perché l’umanità è in una svolta, a un bivio, a un crocevia
che interseca questo Cuore. Non ci sono alternative: o il Cuore Immacolato, e
quindi Dio che abita di nuovo in mezzo a noi, o la distruzione e l’inferno. «Avete visto l’inferno, dove cadono le anime
dei poveri peccatori? Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione
al mio Cuore Immacolato», disse la Madonna ai Pastorelli il 13 luglio del
1917. O il Cuore Immacolato o la distruzione; o il Cuore Immacolato o la
perdizione.
Entriamo un po’ di più nel Cuore
Immacolato di Maria e vediamo questo Cuore anzitutto come un Cuore Immacolato. Poi vedremo il Cuore
Addolorato, e, infine, il Cuore
Glorificato che diventa Cuore
Eucaristico della Chiesa, il Cuore che pulsa, che dà vita alla Chiesa, che
ha preparato per noi l’Eucaristia, vita della Chiesa e del mondo.
Il Cuore immacolato: un cuore
che crede, spera e ama
Ricordiamo l’episodio
dell’Annunciazione. La Madonna accoglie il saluto angelico che le dice: «Tu sarai la Madre dell’Altissimo». E
Lei, dopo che ha capito che può conservare la Sua Verginità promessa a Dio, che
può custodire immacolato il Suo Cuore – aveva promesso di custodirlo verginalmente,
perché si conservasse lo splendore di Dio in Lei (cf. Lc 1,34) –, una volta che
ha capito che cosa significano quelle parole dell’Angelo, dice: «Fiat! Sia fatto di me secondo la tua parola».
Il Cuore di Maria è un Cuore
Immacolato: «Ave, Piena di Grazia!».
È una pienezza che non significa soltanto l’assenza del peccato, e quindi la
preservazione dal peccato originale, ma anche e soprattutto pienezza di Grazia,
come dono di Dio, e quindi pienezza delle grazie, dei favori divini, che poi
Lei distribuirà come Madre a tutti i Suoi figli. La Sua immacolatezza significa
assenza del peccato originale e di ogni altro peccato, che da quello origina,
quindi assenza di ogni inclinazione al male, di ogni dubbio, seduzione,
tentazione. Nella Madonna non c’è questa miseria umana che c’è in noi, per
grazia di Dio, perché Immacolata. Non ci sono i dubbi della fede, non ci sono
le tentazioni, sebbene qualcuno voglia insinuare questi errori, dicendo che la
Madonna è “una donna feriale”, una donna come tutte le altre. Questo insegnamento
è piuttosto una “teologia feriale”, che non ha molta solennità; ha fatto alcuni
discepoli, ma molto pochi.
Il Cuore Immacolato è quindi un
Cuore nel quale abita la pienezza della Grazia, l’assenza del peccato, della
concupiscenza, della debolezza e quindi dell’inclinazione al male. C’è la
pienezza della Grazia di Cristo, una pienezza che l’ha resa unica. La Madonna così
prepara la pienezza della Chiesa: se Lei non è piena di Grazia, Lei che
precede, la Chiesa non sarà santa e immacolata, ma, come qualcun altro insinua,
peccatrice. È blasfemo. La Chiesa non è peccatrice. Come dice S. Ambrogio è «immaculata
ex maculati». Resta comunque la
sua analogia di dipendenza nell’essere con la Vergine: se la Madonna non è tutta Santa, se non ha tutta la pienezza di
Grazia, la Chiesa non può essere tutta Santa in sé, quale mistero salvifico. Ci
saranno soltanto figli, un po’ come noi, mezze misure.
Invece la Chiesa è tutta Santa,
perché c’è Gesù, il Capo della Chiesa, e perché c’è Maria, che è il tipo della
Chiesa e il modello dei figli, il modello archetipo della Chiesa Santa.
Il Cuore Immacolato è pienezza di
Grazia, quella pienezza che la Madonna poi dispenserà come Madre ai Suoi figli,
a quei figli che si rifugiano nel Suo Cuore Immacolato. Chi si rifugia nel Suo
Cuore trova la Grazia di Dio, quella Grazia di cui noi abbiamo bisogno, perché
peccatori.
Il Cuore Immacolato, senza
macchia è il Cuore che crede, è, in
qualche modo, la Fede. Cuore
Immacolato significa conoscenza di Dio senza tentennamenti, senza dubbi, senza
tanti limiti che sono la nostra ignoranza. La fede di Maria è stabile e al
contempo cresce e si perfeziona sempre più. Non è una fede vacillante, come la
nostra, brancolante nel buio dei dubbi, che spesso ci fa esclamare: «No, non
credo più in niente… Ma Dio… Ma questa malattia… Se Dio esiste perché devo
soffrire?... Se Dio esiste, perché fa soffrire quella persona, quegli
innocenti?».
Dio vuole stabilire nel mondo questa
devozione al Cuore di Maria, vuole
cioè stabilire di nuovo la Fede dei cristiani, se accolgono questo Cuore, che è
l’unico Cuore che crede veramente, che non vacilla, che non tentenna mai; è un
Cuore che semplicemente crede: «Sia fatto
di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
Suo cibo, come Gesù, è fare la
volontà di Dio (cf. Gv 4,34).
Il Messaggio di Fatima ci mette
davanti a questo mondo del grande ateismo, del materialismo, dell’indifferentismo,
che sarebbero venuti, in realtà, dalla rivoluzione nel mondo. Questo mondo non
è umano. Contro questa onda limacciosa, questo tsunami di sporcizia, di
materialismo, contro questa onda di fango che rischia di travolgere il mondo, il
Signore oppone il Cuore Immacolato, il Cuore che ha Fede, nel quale mai ha
vacillato la Fede. Il Cuore di Maria rimane in Dio, rimane fisso con la Fede in
Dio. Dall’Annunciazione al Calvario, attraverso la Presentazione di Gesù al
Tempio, la Madonna conosce un progresso
nella fede: crede e credendo conosce sempre più a fondo la volontà di Dio, fino
poi ad offrire Gesù, come Corredentrice, al Calvario. Conosce e crede di
più. Questa è la Fede che si oppone alla
dissacrazione.
Oggi assistiamo a una desacralizzazione non solo delle cose
sacre, ma, per così dire, anche a una desacralizzazione o dissacrazione delle
cose naturali! Le cose della vita, quelle cose evidenti, senza le quali non si
può vivere, sono messe in discussione. Questo significa toccare ancora di più
il fondo! Abbiamo rinnegato Dio. Gli abbiamo sbarrato l’accesso con un’onda
limacciosa di ateismo e di materialismo. E adesso mettiamo le nostre mani
sporche anche sulle cose naturali, su quelle cose che non richiedono la Fede,
ma che sono parte di noi, di quell’uomo carnale, che tutti noi siamo. Uomini
carnali che hanno rinnegato lo spirito nel loro corpo, ora in nome dello
spirito rinnegano il loro corpo. Abbiamo distrutto il corpo e lo spirito.
Contro tutto questo, il Signore,
nella sua logica – la logica della stoltezza del mondo, della debolezza di Dio
– alla nostra prepotenza, oppone la debolezza, la piccolezza, l’umiltà, il
Cuore della Madonna.
Nel primo post-concilio ci furono
dei teologi che ridicolizzavano le richieste fatte dalla Madonna a Fatima.
Qualcuno si chiedeva, con ironia, come fosse stato possibile opporre alla Rivoluzione
comunista, così disastrosa, la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Dinanzi ad un mostro, quale l’Impero sovietico – oggi diramatosi in tanti altri
imperi della materia – si voleva opporre un mezzo così piccolo, così ridicolo! Si
denigrava la Consacrazione alla Madonna. Questa è la sapienza del mondo, di chi
pensa che per combattere bisogna avere solo i missili, le bombe atomiche… Poi
basta un infarto e sei morto. Basta un piccolo mal di testa e non sai più quale
bottone devi premere.
Il Signore ci umilia, ci fa
capire quanto siamo stolti, e ce lo fa capire con le cose umili, con le cose
semplici. Oppone alla sapienza del mondo la stoltezza della Croce, che è
sapienza di Dio. La Consacrazione alla Madonna è sapienza di Dio in questa
stoltezza del mondo, la sapienza della Croce, nella piccolezza dei tre umili
pastorelli.
Il Cuore di Maria è il Cuore che
crede anche per noi suoi figli. In questo Anno
della Fede dobbiamo ribadirlo e capirlo nuovamente: chi vuole credere in
Dio senza vacillare, senza rischiare di fondare la sua vita sul dubbio
metodico, assillato da tanta superbia, deve avere il Cuore di Maria, il Cuore
che dice «Fiat», «Sia fatta la tua volontà».
Il Cuore Immacolato, inoltre, è
la nostra Speranza. È la Speranza! La
certezza di possedere quelle cose che crediamo, che il Signore ci dona nella
Fede, e non ancora in visione, ma che un giorno ci donerà in visione e non più
nella Fede: la Patria eterna. La Speranza della Madonna è la Speranza di chi
già possiede Dio, Lo ha in sé, nel Suo Cuore; Dio dimora nel Suo Cuore e poi
dimorerà nel Suo grembo. In questo senso, la Madonna è la nostra Speranza,
perché Lei ci dona quello che noi speriamo: la Vita eterna. E che cos’è la Vita
eterna? È Gesù, il Suo Figlio. «Questa è la vita eterna: che conoscano te,
l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3).
Chi vuole sperare veramente,
senza di-sperare, senza cadere nella disperazione, deve rifugiarsi nel Cuore
Immacolato di Maria. Quante disperazioni nel mondo, quanta disperazione in noi,
quando non hai più un senso la nostra vita! Come si fa a sperare? Come posso
cercare Dio? Dove trovo Dio? Nel Cuore Immacolato di Maria.
Il Cuore Immacolato di Maria è infine un cuore che ama. È Carità in azione. La Fede, la Speranza e
la Carità, in Maria. La Carità è l’Amore di Dio. La Carità è l’Amore che non
cerca la propria soddisfazione, che non cerca il proprio egoismo. È l’amore che
dona, che si offre, come il Signore: «Nessuna
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).
La Madonna ha questa Carità,
perché, quando il Signore Le chiede di diventare Sua Madre, Lei non si lascia
atterrire dalla paura: «Ma poi cosa mi succederà… Io sono una ragazzina, come
farò a sopportare tutte queste cose?... E poi i miei progetti, i miei sogni, le
mie idee…». Chi ha la Carità non discute dentro di sé. Si dona: «Signore, poi ci penserai Tu. Intanto io Ti amo, poi ci
pensi Tu».
Il Cuore Immacolato è il Cuore
della Carità, il Cuore che ama Dio. La Carità non è soltanto fare delle buone
azioni. Le buone azioni le sanno fare tutti, ma non tutti sanno amare Dio,
perché l’Amore implica la Fede, e la fede genera la Speranza.
Se non c’è la Fede e la Speranza,
non c’è neanche la Carità. La Carità è avere Fede e Speranza in Dio, e quindi
avere fede in quello che Dio ha detto, e perciò desiderare di amarlo con tutto
il cuore. Per amore suo facciamo il bene; per amore suo, facciamo la carità. Non
c’è mai una vera carità verso il prossimo se manca l’alimento della Carità, che
è Dio. La Carità verso il prossimo non sono semplicemente le nostre azioni. Noi
possiamo fare tante azioni, ma ci illudiamo di fare la Carità, se pensiamo che
la Carità è quell’azione buona. Non è quella! Quello è un atto umano! Ciò che
fa la Carità è la grazia di Dio, che non si vede, è il suo contenuto, l’Amore
di Dio. La Carità è quel sale che condisce e dà sapore. Se manca il sale
dell’Amore di Dio, le nostre azioni sono insipide. Il sapore della Carità è
l’Amore di Dio.
Non dobbiamo intendere la Carità in
senso materialistico, altrimenti rimaniamo uomini materiali, che possiamo anche
aiutare chi ha bisogno, ma se non amiamo Dio, quell’azione buona rimane un’azione
umana, forse filantropica, forse egoistica. Quanti volontari guardano a se
stessi amando il prossimo. Quanti filantropi che si mettono sul piedistallo
dell’amore umano per amare di più se stessi. Qual è, allora, il più grande atto di carità che posso fare ad un
uomo? Dargli cento euro? No. È dargli l’Amore di Dio, dargli la Fede, portarlo
alla Fede. Questa è la carità che
dobbiamo fare!
E questo dobbiamo dirlo anche alle
nostre “Caritas”, che pensano di fare
la carità soltanto accogliendo gli stranieri. Non basta! Se a queste persone
non diamo il Vangelo, non diamo la Verità, ci illudiamo di fare la carità. La
nostra carità diventa un “centro sociale”. E tanti centri Caritas sono completamente secolarizzati, sono meri centri
umanitari di accoglienza. Questo lo può fare il Comune, lo può fare la Provincia,
lo dovrebbe fare lo Stato o forse l’Unione Europea. La Chiesa non è una ONLUS –
lo ha detto anche il Papa – non è una
ONG.
Il Signore ci chiede di aprire il
cuore all’amore vero, al suo Amore. E così se doniamo Dio nella carità, doniamo
tutto. Doniamo Dio, e abbiamo donato ogni cosa.
E come possiamo donare Dio? Se
abbiamo il Cuore Immacolato di Maria. Il Cuore di Maria è il Cuore che dona
Dio. Con il Cuore Immacolato possiamo e dobbiamo recitare ogni giorno la preghiera
che l’Angelo insegnò ai piccoli Pastorelli: «Mio Dio io credo, adoro, spero e vi amo. Domando perdono per quelli che
non credono, non adorano, non sperano e non vi amano».
Cuore Addolorato
Il Cuore Immacolato è un Cuore addolorato.
È immacolato, perché in Maria immacolata è la Sua Fede, la Speranza e la
Carità. Questo Cuore è poi un Cuore addolorato perché la pienezza di grazia che
il Signore Le ha dato comporta in Lei il sacrificio.
La Madonna chiede a Fatima i nostri
sacrifici non perché gradisce di vederci soffrire, ma perché Lei ha dovuto soffrire
prima di noi: il sacrificio è vero amore, e perché non c’è grazia senza
partecipazione, senza cooperazione, senza sacrificio. “Sacrificio” non è una
parola ecclesiasticamente scorretta. Significa, in realtà, rendere sacra una
nostra azione. Se la Madonna chiede ai Pastorelli di aiutarla a salvare le
anime con il loro sacrificio è perché Lei, come Madre, ha fatto tanti sacrifici
per noi, per la nostra salvezza e perché nella logica divina solo la Croce,
stoltezza umana, è salvezza degli uomini.
Possiamo sì dire che quel Cuore è
immacolato e quindi già beato, perché la Madonna è Immacolata. Ma quel Cuore
immacolato è addolorato, è trafitto dal dolore! E non pensiamo che il nostro
dolore sia eguagliabile al dolore della Madonna, perché il Suo dolore è unico,
è un dolore indescrivibile, è il dolore di Gesù. Proprio perché Immacolata, ha
sofferto più di tutti, perché, quanto più il cuore è puro, tanto più soffre,
tanto più è sensibile alla sofferenza. Un cuore intriso di peccato è un cuore
che non si dà pena, non è un cuore sensibile.
La Madonna ci ha generato con le
Sue doglie materne. Mentre, nel dare alla luce Gesù, non ha avuto alcun dolore,
perché sempre Vergine – lo ha
partorito senza dolore, senza doglie, senza lesioni, perché sempre Vergine: questo è il nucleo
dogmatico del parto verginale di Maria –, nel generare noi, nel partorire noi,
invece, la Madonna ha sofferto ai piedi della Croce. E questa sofferenza Le
viene annunciata fin dalla presentazione al Tempio di Gesù: «Una spada trafiggerà la tua anima» (Lc
2,35), una spada ti trapasserà. Come il Cuore di Gesù è trafitto sulla Croce,
così il Cuore di Maria è trafitto nel suo essere sempre con Gesù, sin da quell’evento del tempio, preludio del sacrificio
di Cristo. La Madonna si sente dire da Simeone quelle parole terribili e San
Luca, dopo un po’, annota: «Conservava
tutte queste cose, meditandole nel
suo Cuore» (Lc 2, 51), le serbava
agitandole nel suo Cuore.
La Madonna, conservando le parole
di Simeone, poi le parole stesse di Gesù: «Devo occuparmi delle cose del Padre
mio» (Lc 2,49), meditandole attentamente, e vedendo tutta la vita di Gesù alla
luce di quelle parole, si univa alla sofferenza del Figlio con il Suo Cuore.
Preparava nel Suo Cuore un altare di offerta e di immolazione alla Volontà di
Dio. Lì restituiva al Padre quel Figlio che da Lui aveva ricevuto.
Il Cuore immacolato è un Cuore
trafitto. E solo chi si lascia trafiggere dalla spada di Gesù, dalla spada del
Suo Amore, che chiede la nostra cooperazione, il nostro sacrificio, è un cuore
vero, un cuore come il Cuore Immacolato.
Non dobbiamo dire: «La grazia e
la fede ci scampino da tutte le situazioni più difficili della vita». Tante
volte pensiamo che noi cristiani siamo veramente tali se tutto ci va bene. Dio
è con noi, è presente se tutto fila liscio. Ma questo è “predestinazionismo”. Pensiamo di giudicare la presenza di Dio in
noi dagli effetti della nostra vita. Pensiamo erroneamente che Dio è nella
nostra vita se siamo predestinati al bene, se tutto va bene, se la nostra vita
ha successo, se non ci sono sofferenze. Allora Dio è con me. Altrimenti Dio non
è con me, Dio non c’è. Questo significa, in verità, essere calvinisti: misurare
cioè la presenza di Dio dai nostri successi. Questo è materialismo: misurare la
capacità di Dio in base alle nostre capacità. Il tutto è molto ridicolo!
Il Cuore Immacolato è sempre un
Cuore trapassato dalla spada del dolore.
Ecco perché la Madonna può chiedere anche a noi: «Vuoi aiutarmi? Vuoi
veramente collaborare con me? Rifugiati
in questo Cuore. Prendi il mio Cuore e impara da me a collaborare con Gesù,
impara da me ad accettare la sofferenza, a portare la tua croce ogni giorno.
Prendi il mio Cuore e imparerai a soffrire con pazienza, a fare di ogni cosa un
sacrificio». La Madonna chiede proprio questo ai Pastorelli: «Fate di ogni cosa un sacrificio a Dio». Lei,
la Corredentrice del genere umano, ce lo insegni.
Cuore glorificato
Infine, il Cuore di Maria, questo
Cuore immacolato e addolorato è un Cuore glorificato. Dalla Croce alla Gloria,
perché la nostra vita non è fatta per la sofferenza, la sofferenza per la
sofferenza, ma la sofferenza è per
il Paradiso, per la gloria di Dio, per vivere nella gloria dei figli di Dio. Quanto
più il mio è un cuore immacolato e addolorato, cioè, quanto più questo mio cuore
partecipa alla sofferenza di Dio che corredime, tanto più è glorificato, tanto
più è grande la mia gloria in Cielo.
Il Cuore addolorato di Maria è un
Cuore che corredime, è il Cuore che vigila su di noi e ci salva, che collabora
con Gesù alla nostra salvezza. Noi possiamo essere “corredentori” con la
Madonna, con il Suo Cuore Immacolato, offrendo noi stessi. Nella misura in cui avremo
partecipato alle sofferenze di Cristo e di Maria, così parteciperemo anche alla
loro glorificazione (cf. 1Pt 4,13).
La Croce ci porta in Paradiso. Il
Cuore di Maria ci scampa dalla rovina, ci scampa dalla perdizione, perché in
Lei Dio ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Lei è glorificata in Cielo.
Dopo la Croce, dopo la Sua sofferenza
materna, dopo il Suo dolore, c’è la gloria, la glorificazione. La Madonna è
assunta in Cielo e, come segno grande per tutta la Chiesa, viene assunta alla
Gloria anche con il Suo corpo, e ciò significa che tutto il Cuore di Maria è stato glorificato. Anche il Suo corpo, il
Suo Cuore, tutto ciò che costituisce la Sua persona, viene portato accanto a
Dio. Il Cuore glorificato di Maria è il Cuore che veglia accanto al trono di
Dio, vede le nostre necessità e intercede presso il Signore, Suo Figlio. È il
Cuore che vive nella gloria, accanto a Dio. Essendo fuori del nostro tempo,
nell’eternità, la Madonna vede tutte le nostre necessità, vede tutti i nostri
bisogni in questo tempo, adesso, domani, fino alla fine della mia vita, perché
non è qui con me, è in alto. E dall’alto, da questo presente che non finisce,
che è l’Eternità, la Madonna vede ogni momento, ogni successione di tempo, vede
il nostro tempo. È perciò, quello di Maria, un Cuore che vigila su di noi, il
Cuore che si prende cura di noi, che ha cura di me.
Come Gesù, glorificato in Cielo, esercita
un sacerdozio celeste, perché, sempre vivo, intercede per noi presso il Padre
per la nostra salvezza, così la Madonna, accanto a Gesù, intercede per noi,
veglia su di noi. È quella mamma che, quando il suo figlio non è ancora a casa,
non fa altro che vegliare e attendere, fino a quando quel figlio non ritorna.
Così la Madonna veglia insonne dall’alto su di noi, e lì attende la nostra
venuta. È il Cuore che ci dona le grazie di Dio.
Il Cuore addolorato è il Cuore
che acquista le grazie; il Cuore della Corredentrice, che guadagna per noi le
grazie con il suo sacrificio materno. Il Cuore glorificato è il Cuore che
dispensa quelle grazie, come una pioggia che scende dal Cielo e irrora la
nostra terra. Il Cuore glorificato di Maria è il Cuore della Mediatrice di
tutte le grazie.
Il Cuore eucaristico della Chiesa
Perché glorificato, questo Cuore
è il Cuore immacolato che ormai guida la Chiesa, è il Cuore della Chiesa. È il
Cuore che pulsa nella Chiesa. Il Cuore immacolato è il Cuore eucaristico della
Chiesa. In che senso? Non nel senso che nell’Eucaristia c’è la Madonna, ma, se
riflettiamo bene, il Cuore immacolato prepara l’Eucarestia, è il primo
Tabernacolo vivente, che darà forma ai nostri tabernacoli. Il tabernacolo delle
nostre Chiese è il Cuore di Maria. In questo Tabernacolo c’è Gesù. Nel Suo
Cuore noi troviamo Gesù, perché lì dimora Gesù.
Cuore Eucaristico il Cuore di
Maria, perché con la Sua carne e il Suo sangue, il Suo amore, la Sua premura
materna, prepara l’Eucaristia. Gesù si fa carne in Lei, prende la Sua carne da
Lei per poi offrire se stesso in sacrificio. Senza la natura umana Dio non può
offrire un sacrificio, non può immolarsi, non può morire. Dio assume da Lei la
natura umana, il corpo, per offrire un sacrificio. La Madonna prepara questo
sacrificio, prepara il dono di Gesù, che rimane nella forma sacramentale del
sacrificio, che è l’Eucaristia. Il Signore si annienta in un frammento di pane!
Il Cuore di Maria, perciò, è il Cuore che prepara l’Eucaristia, che impasta le
carni di quel sacrificio.
Se il Cuore della Madonna prepara
l’Eucaristia, la “impasta” con la sua carne e il suo sangue, allora la Madonna
prepara i Misteri della Chiesa, e tra i Misteri eccelle senza dubbio il Mistero
dell’Eucaristia, Mysterium mysteriorum
Dei.
Ancora, se l’Eucaristia è il
cuore della Chiesa –la Chiesa vive dell’Eucaristia, la Chiesa è fatta
dall’Eucaristia – allora, di conseguenza, il Cuore di Maria è anche il Cuore della Chiesa.
Ridiciamolo. Se l’Eucaristia è il
Cuore della Chiesa, perché l’Eucaristia fa la Chiesa, la Chiesa esiste perché
c’è l’Eucaristia, perché Gesù si è donato e ha lasciato se stesso in Memoriale,
noi siamo Chiesa perché c’è l’Eucaristia, c’è il Corpo di Gesù; noi siamo Suo
Corpo perché abbiamo l’Eucaristia, mangiamo il Suo Corpo, il corpo vero che fa
il corpo mistico. Il Corpo mistico di Gesù è la Chiesa e il Corpo vero di Gesù
fa la Chiesa. Quindi, l’Eucaristia è il Cuore della Chiesa. La Madonna, la
Vergine Santa, è il Cuore di Gesù, è il Cuore che ha preparato questa
Eucaristia; la Madonna è il Cuore che prepara sempre la Chiesa, che plasma la
Chiesa, perché l’Eucaristia è preparata da Lei, perciò la Chiesa viene preparata
da Lei, nasce in Lei. Questo non
significa che la Madonna – in termini molto poveri – è più grande
dell’Eucaristia, ma è per sottolineare solo che una madre è sempre all’origine
del suo figlio, la mamma dona la vita al suo figlio, il quale, quantunque sia
una persona indipendente, rimane tuttavia legato a lei.
La Madonna, la Madre di Gesù, è
sempre accanto ai nostri Tabernacoli, anzi, è lei il Cuore-Tabernacolo che
custodisce Gesù, è quel Cuore che adora sempre Gesù, accanto al Tabernacolo, e
che pulsa per amore di Gesù. Da tutto ciò deriva che non c’è vera
partecipazione all’Eucaristia, alla S. Messa, all’Adorazione eucaristica, senza
il Cuore Immacolato di Maria. Non possiamo vivere veramente dell’Eucaristia,
diventare anche noi Eucaristia, Sacrificio, senza il Cuore Immacolato di Maria.
Se la Madonna prepara questo Sacrificio con la Sua Maternità sacrificale, la
Madonna preparerà tutti noi ad essere “sacrificio”, ci trasforma in Eucaristia.
Diventiamo in Lei e per mezzo di Lei anche noi Eucaristia, sacrificio gradito a
Dio.
La vita cristiana è proprio questo:
diventare Eucaristia. Gesù ci ha donato questo sacramento che è il più grande
di tutti. E tutta la Chiesa vive di questo mistero, non ci sono altri fini. La
Chiesa non è un’associazione di gente che desidera il potere, i soldi e la
carriera. Tante volte sembra che ci sia in fondo solo questo, ma non è questo
il fine. La Chiesa vive per l’Eucaristia e la Madonna prepara tutti i Suoi
figli a diventare loro stessi Eucaristia.
Preparando il trionfo del Cuore
Immacolato di Maria
E così arriviamo al Trionfo del
Cuore Immacolato di Maria promesso a Lucia. Tutti desideriamo questo “trionfo”,
ma forse siamo un po’ troppo trionfalisti, pensiamo alle cose in modo
trionfalistico. Che cos’è questo Trionfo
del Cuore Immacolato di Maria? Tutti vorremmo sapere: è iniziato? Quando
inizia? Quando finisce? E poi dopo che succede? E prima…?. Sono domande lecite,
ma andiamo all’essenza. Quando veramente accade questo trionfo? Quando questo
Cuore Santissimo di Maria diventa il nostro cuore, quando noi abbiamo questo
Cuore, quando noi apparteniamo a Lei. E quindi, se la Vergine Maria diventa il
Cuore di tutti noi, pian piano diventa il Cuore di una grande parte della
Chiesa. E poi noi speriamo che diventi il Cuore di tutta la Chiesa, così che
tutti appartengano a questo Cuore. E se tutti sono consacrati a questo Cuore,
allora trionfa veramente, perché così il Cuore
di Maria diventa il Cuore di tutti noi, diventa il Cuore della Chiesa e
così finalmente il mondo può essere salvato, il mondo può essere portato in
questo spazio dove Dio abita, può avvicinarsi a Dio. Il Cuore di Maria è lo
spazio salvifico di Dio in questo mondo. Senza il Cuore Immacolato di Maria,
Dio non ci salva: non c’è un altro suo modo di venire in mezzo a noi e di
rimanere con noi per portarci con Sé.
Senza il Cuore Immacolato di
Maria, Dio non opera, Dio non trionfa. Dio trionfa quando trionfa il Cuore di
Sua Madre, perché in questo modo noi
siamo salvi e il mondo, per mezzo di noi, può essere salvato.
Allora possiamo capire come
sarebbe bello se la Chiesa, iniziando dai Pastori, prendesse in seria
considerazione questa richiesta della Madonna. I Papi lo hanno già fatto, e più
volte, anche se molti hanno criticato il modo in cui è stato fatto, non
rispondente perfettamente alla volontà della Madonna. Adesso i Vescovi cosa
aspettano a consacrarsi alla Madonna e a consacrare le loro Diocesi alla
Madonna? Cosa aspettano i Parroci a consacrarsi alla Madonna e a consacrare le
loro Parrocchie alla Madonna? Cosa aspettano le famiglie cristiane a
consacrarsi e a consacrare i loro figli? Tutti devono diventare proprietà di
Maria!
E noi ci auguriamo veramente che anche
il gesto di Papa Francesco, all’inizio del suo Pontificato, possa essere
contagioso, possa incoraggiare soprattutto i Vescovi. Sicuramente tutti noi possiamo
farci apostoli presso i nostri Vescovi, i nostri Parroci, i nostri amici della
Consacrazione alla Madonna.
E così arriviamo all’essenza del
Messaggio di Fatima: il Cuore Immacolato di Maria che ci chiede di consacrarci
a Lei. Dio stesso vuole stabilire questa consacrazione all’Immacolata mediante
la devozione al suo Cuore. Ci consacriamo alla Madonna quando ci doniamo a Lei incondizionatamente,
liberi da ogni legame o schiavitù di peccato. Quando diciamo: «Madonna mia,
io mi dono a Te, ti dono il mio cuore; Tu donami il Tuo». La Consacrazione è uno scambio di
cuori. È come dire: «Qui a Fatima lascio il mio uomo vecchio, con tanti
problemi, e forse tanti peccati, e voglio rivestirmi dell’uomo nuovo». Voglio
rivestirmi di Cristo.
E chi è veramente nuovo? Chi è
sempre nuovo, tutta di Cristo? La Madonna, il Cuore Immacolato di Maria, solo
Lei. Ecco la Consacrazione che noi dobbiamo fare: «Madonna mia, io ti do tutto
me stesso, quello che sono, le mie capacità, la mia intelligenza, il mio cuore,
la mia vita, i miei peccati, ti do tutto quello che sono, Tu donami tutto
quello che Tu sei. Donami il Tuo Cuore, perché io possa essere veramente di
Dio. Donami il tuo Gesù».
Non facciamo tante storie, non
solleviamo sterili e inutili problemi col dire: «Mah! Consacrarsi alla Madonna… Una contraddizione con il Battesimo.
Basta essere consacrati a Dio. Meglio affidarsi
alla Madonna», con il rischio di sfumare così non solo il gesto ma lo stesso
mistero. Queste sono veramente piccolezze umane di fronte a questa grande e
urgente richiesta del Cuore Immacolato di Maria. La Madonna ha detto a Lucia: «Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio».
“Rifugio”! Significa che devi entrare
dentro questo cuore; non ti rifugi in Lei se non vi entri con la tua vita! E
come ci entri? Non basta affidarsi a Maria, come quando affido dei soldi alla
banca, soldi che comunque restano miei. Ci entri se ti consacri, se diventi
proprietà di Maria. Dio ci consacra in
Maria. Proprio questo “essere sotto la protezione”, “trovare rifugio” in Maria,
appartenendo a Lei, esprime una delle più antiche preghiere mariane: «Sotto la tua protezione ci rifugiamo Santa
Madre di Dio. Non respingere le nostre preghiere, ma liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta» (III sec.).
Vorrai soltanto affidarti alla
Madonna? E dire: «Madonna mia, io ti do qualcosa, ma guai a Te se tocchi le mie
cose! I soldi sono miei, la vita è mia, guai a te se mi tocchi! Niente
sofferenze…, niente… Tu stai lì, io sto qui, e appena voglio, mi riprendo i
miei soldi, e ti chiedo tutto quello che non mi hai dato!» Questo è
affidamento. Vogliamo questo?
Invece consacrazione è perfezione cristiana, riguarda l’ambito delle cose
di Dio, senza fare umane distinzioni: «Io ti do me stesso, tutto me stesso, e
non mi riprendo mai più. Totus tuus Maria
ego sum et omnia mea tua sunt».
Questa è Carità in azione, come
il Cuore Immacolato di Maria: donare senza voler ricevere, offrirsi senza
pretendere nulla in cambio. Questo è l’Amore vero! L’Amore vero è il dono di
sé.
Il Cuore Immacolato di Maria ci fa
amare come ama il Signore. Oggi siamo anche noi davanti a un bivio mariologico:
o la Consacrazione o l’Affidamento. L’affidamento lasciamolo alle banche. Noi
vogliamo le cose più grandi!
Concludiamo chiedendo alla
Madonna di farci capire questo segreto di Fatima, il segreto dei segreti: il suo Cuore Immacolato. Questo
è il segreto che la Madonna consegna a ciascuno. Beato chi, nel segreto del suo
cuore, entra in questo spazio spirituale, la “stanza” di cui parla Gesù: «Quando
preghi, entra nella tua stanza, e chiusa la porta prega il Padre tuo nel
segreto» (Mt 6,6). E qual è questa stanza interiore? Il cuore. E la
stanza più bella nel palazzo di Dio è il Cuore di Maria.
Chiediamo alla Madonna di poter
capire questa grazia, questa opportunità che dona a tutti. Così possiamo
veramente conservare le parole di Gesù in modo genuino, senza storture, senza
diluizioni. Conserviamo le parole genuine di Gesù, conserviamo la Memoria
vivente di Gesù, che è proprio la Madonna, la quale conserva Gesù e quindi
conserva per tutta la Chiesa, per tutti noi, le parole del Figlio.
Chi fa la volontà di Maria, fa in
modo eccellentissimo, nel modo più perfetto, la volontà di Dio. Il Cuore
Immacolato di Maria è quel Cuore che fa sempre e solo la volontà di Dio. E
questa è la volontà di Dio, manifestata a Fatima per il nostro tempo: consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria.
p. Serafino M. Lanzetta
Grazie Padre Lanzetta per questa profonda riflessione sul cuore Immacolato di Maria.
RispondiEliminaPossa la nostra Madre amorevole proteggerla ovunque lei si trovi
In Internet: http://www.lavoce.an.it
RispondiEliminaGrazie a Lei. Sono in Austria, sulle Alpi tirolesi.
RispondiEliminaRicambio l'augurio della protezione della nostra Madre amorevole.
Un grazie di cuore al Padre Lanzetta per queste riflessioni che sono come uno scrigno pieno di pietre preziose.... e una fraterna unione nel Rosario.
RispondiEliminaViva Maria! nostra Regina!
Prepariamo il suo Trionfo! In unione di preghiera.
RispondiEliminaEccellente relazione.
RispondiEliminaProfonda e autentica: riconosco la "voce" del Pastore.
Grazie.
L'ho anche condivisa con i miei fratelli dell OFS e altri cattolici.
E' da tempo che anch'io mi interrogo spesso su quel bellissimo testo di Ebrei che lei cita, in riferimento a Gesù Sommo Sacerdote, il quale attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mani di uomo, non appartenente cioè a questa creazione, è entrato una volta per sempre nel santuario del cielo, procurandoci una redenzione eterna. I termini qui sono la Tenda acheropita e il Santuario celeste, dove Cristo si asside come Sommo Sacerdote per l'eternità. Se la Tenda è la stessa carne di Cristo, il suo corpo (cf. Gv 1,14 in relazione a Gv 2,19): un corpo mi hai preparato (Eb 10,5 che perfeziona il Sal 39), per offrire l'eterno sacrificio della nostra salvezza, allora qui è adombrata la verginità di Maria, specialmente la sua verginità prima del parto e nel parto. Il nuovo Tempio, il corpo di Cristo, non è fatto da mani di uomo, ma da Dio, dallo Spirito di Dio, così che Cristo stesso divenisse Spirito datore di vita (cf. 1Cor 15,45).
RispondiEliminaOvviamente bisogna entrare nei dettagli esegetici e teologici, ma dobbiamo farlo. Le Sacre Scritture ci parlano di Cristo e di Maria, prototipi della "creazione nuova".
PS Il mio indirizzo è il seguente:
Franziskanerkloster - Josef Herold Str. 11
6370 KITZBÜHEL
Austria
Grazie per il libro.