venerdì 11 dicembre 2009

Il sacerdote è l'uomo che appartiene a Dio


Mons. De Paolis, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede apre i lavori del pomeriggio del secondo giorno del Convegno.

Di formazione canonica, ha rilevato una rottura dopo del Concilio. Riforma del codice dalla lunga gestazione dopo quasi 25 anni nel 1983. Grande riflessione sulle realtà spirituali ma meno nella disciplina della Chiesa. Ci si rende conto allora della situazione che si vive nel dopo Concilio.

Periodo con una teologia ricca della vita religiosa. Lumen Gentium, Evangelica Testificatio, Vita Consacrata. Nel suo centro di riflessione c’è Gesù povero, casto e obbediente. La vita religiosa, tuttavia sembra in crisi. Perché questa rottura tra la dimensione teologica e la pratica? La frattura tra ragione e fede è il dramma del mondo di oggi diceva S. Paolo. Il problema è che si è passati all’adattamento della cultura del tempo. Nella vita della Chiesa ci sono riforme che falliscono. Sono quelle che si impongono solo in nome della disciplina. Idem le riforme puramente spirituali.

"Abbiamo smarrito il senso della Parola avendo smarrito il senso della Chiesa". Eucarestia, confessione e predicazione erano un tempo gli elementi portanti del sacerdozio. Il Diritto canonico diventa anche luogo teologico perché la disciplina nasce dalla dottrina. Attraverso i canoni che riguardano i chierici si presuppone un uomo che appartiene a Dio. Il sacerdozio religioso e quello diocesano si armonizzano e completano tanto bene.

pamab

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