venerdì 11 dicembre 2009

La contestazione del sacerdozio ministeriale nella teologia femminista


Conferenza del Rev. Prof. Manfred Hauke della facoltà Teologica di Lugano.

Abstract: Negli anni ’70 nasce la rivendicazione del sacerdozio alle donne.

Il femminista risale a Fourier all’inizio del XIX secolo. Parlava di eguaglianza assoluta dei sessi.

Togliere differenza dei ruoli sociali.

Nello schema marxista il padre è l’oppressore. Per Marx l’uomo era solo l’insieme delle condizioni sociali.

Il libro di Simone de Beauvoir “Il secondo sesso”, è stato considerata la “bibbia del femminismo”. Secondo Sartre la coppia scelta precede le condizioni naturali. Il femminismo contemporaneo si rifà a questi canoni. Emerge negli USA nel ’68 attraverso il “Women’s Lib”.

Negli ultimi anni si presenta il femminismo del “genere”. Il sesso biologico andrebbe distinto dal genere sociale e culturale che potrebbe essere diverso. Judith Butler mise in discussione la stessa corporeità maschile e femminile come prodotto naturale. E’ il rifiuto della complementarietà dei sessi. Rinnega la diversità nell’ambito sociale. Un esempio estremo di questa corrente è stata Valerie Solanas che incitava all’annientamento dei maschi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, invece, parla della diversità e complementarietà dei sessi. Collaborazione tra uomo e donna. Dalla “Casti connubi” ala “Pastores dabo vobis” è evidente il rispetto da attribuire al ruolo dell’uomo e della donna nella società, nella Chiesa e in quest’ambito soprattutto in riferimento al sacerdozio.

La teologia femminista degli anni ’70 negli USA nascono dall’ex suora Mary Daly e la sua opera “Beyond God the Father” (1973). Elisabeth Johnson rifiuta un’antropologia dualista o della complementarietà. Incoraggia piuttosto un’antropologia ugualitaria di partecipazione. Dall’83 negli USA si è costituita la “Women Church”. Officia una propria liturgia che esclude gli uomini.

Elisabeth Schussler Fiorenza sostiene che le prime comunità erano strutturate in modo egualitario. Secondo lei l’autorità di “padre” è riservata solo a Dio. Rosemary Radford Ruether si definisce “avvocata” del sacerdozio femminile ed è attivista abortista. Lutero, Kung e Schilebecks.

La valutazione critica racchiude il momento di verità in virtù del Battesimo e della Cresima. Il NT riconosce dei ministri in successione apostolica. Il fondamento storico del ministero è la Prima Lettera di Clemente. Papa Clemente ai Corinti parla del sacerdozio comune, ma riconosce l’esclusività del ruolo dei maschi. Anche le lettere paoline parlano del ruolo ministeriale degli uomini. Non c’era una comunità di base egualitaria nella Chiesa primitiva. Diversamente i Concili non avrebbero avuto senso. La battaglia contro il ministero sacramentale parte da un concetto di democrazia di base, Chiesa dal basso. Agostino dice la frase incisiva: “Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano”. Al sacerdozio ministeriale appartengono l’amministrazione dei sacramenti. I più grandi nel Regno di Dio non sono i sacerdoti, ma i santi. Ad ogni membro della Chiesa vengono dati compiti specifici.

Maria è la donna per eccellenza. La contestazione femminista offre più consapevolezza del ruolo del sacerdote. Chiamato a guida e imitatore di Cristo, servitore di tutti. E’ utile ricordare anche come Gesù si comportava con le donne. Quest’atteggiamento costituisce una novità sulla tradizione giudaica dove le donne avevano un ruolo marginale anche in materia religiosa. Nella Chiesa le donne hanno avuto un grande ruolo, specie nella mistica: S. Ildegarda, S. Caterina da Siena, S. Teresa d’Avila. La loro vita potrebbe essere un utile correttivo alle deviazioni del femminismo cattolico. Nella Mulieris Dignitatem Giovanni Paolo II evocò un progresso unilaterale della tecnica che poteva condurre all’insensibilità di ciò che è essenzialmente umano.

pamab


Nessun commento:

Posta un commento