Ultimo giorno del nostro simposio mariologico. Celebriamo la festa della B. V. Maria Addolorata. Apre la sessione mattutina Don Franco Asti, teologo napoletano e studioso di Don Dolindo Ruotolo. La sua conferenza ha per titolo: Assunzione e Corredenzione in Don Dolindo Ruotolo.
Ci sono due linguaggi che i mistici utilizzano: uno kenotico (dell’abbassamento) e uno dossologico (della glorificazione). Dolindo Ruotolo li utilizza entrambi quando tratta l’argomento mariologico. Un primo spaccato delle opere di don Dolindo è intitolato dall’Asti Passio Christi. Qui si manifesta l’utilizzo di un linguaggio “dell’abbassamento”, quando il Ruotolo definisce la Madonna Socia di Cristo e Corrredentrice. Maria è la Figlia d’Israele, che riconosce in Gesù il Messia atteso. In Don Dolindo i termini mediatrice-corredentrice-socia sono indivisibili: rimandano ad una condizione singolare della Madre nei confronti del Figlio; termini kenotici a cui corrisponde l’offerta personale di Maria e in Lei l’offerta del sacerdote napoletano, don Dolindo e l’offerta di tutti i suoi figli spirituali. Così prega don Dolindo: «O dolcissima Vergine io mi smarrisco nella considerazione del tuo Fiat doloroso».
Alla passio Christi, Asti ha fatto seguire una seconda parte nella sua esposizione, la gloria Christi, ovvero Maria Vergine Assunta in cielo, che per il Ruotolo è «la Donna vestita di sole» dell’Apocalisse. Don Dolindo ha dedicato un’opera proprio a questo tema: la Vergine Maria è la Donna apocalittica che appare nel cielo vestita di sole, vestita cioè di tutta la grazia di Cristo, di Cristo stesso suo Figlio. Per don Dolindo ogni cristiano deve trasformarsi nella Donna vestita di sole e solo questa Donna può rivestirci del sole della grazia, Cristo suo Figlio.
P. Luca Genovese, FI ha trattato un tema molto ardito, la possibilità di giustificare anche un’assunzione di S. Giuseppe. Tema ardito perché tutta la josefologia è del II millennio e nasce soprattutto con la teologia francescana di S. Bernardino. Il titolo del suo intervento è stato il seguente: Assunzione di S. Giuseppe? La testimonianza di S. Bernardino ed altri.
Si tratta di un tema spinoso per il fatto che una testimonianza in questo senso manca non solo nella Scrittura ma anche nei Padri. Dice Giovanni Paolo II che «dal matrimonio con Maria sono derivati a Giuseppe la sua singolare dignità e i suoi diritti su Gesù» (Redemptoris Custos, 20). C’è certamente una grande gloria di S. Giuseppe. Ma in cosa consiste?
Il matrimonio implica una comunione di beni tra i coniugi. Ora quali possono essere i beni in comune tra Maria e Giuseppe? Al n. 21 della Redemptoris Custos, il b. Giovanni Paolo II parla di una certa “Assunzione di Giuseppe”: la sua paternità umana è stata assunta da Cristo e portata da Lui anche in cielo.
Giuseppe è lo Sposo di Maria ci dice Matteo. Ora, se il matrimonio consiste propriamente nel consenso, c’è una vera e profonda unione di Giuseppe con Maria. S. Giuseppe viene poi associato alla figura del Patriarca Giuseppe (Pio IX e Giovanni Paolo II). Il Card. Lepicier, strenue difensore dell’assunzione di S. Giuseppe, ebbe una devozione speciale di S. Giuseppe e indica la traslazione delle ossa del Patriarca Giuseppe nella terra d’Israele come prefigurazione dell’assunzione di S. Giuseppe in cielo. La base teologica dell’assunzione di S. Giuseppe è la risurrezione permanente e gloriosa della risurrezione dei morti in Mt 27, risurrezione confermata anche da S. Tommaso. Tra i teologi che sostengono l’assunzione di S. Giuseppe, sulla base di questa interpretazione di Mt 27, si distingue Francisco Suarez (1548-1617), il quale così dice: «Non ometterò di avvertire, conforme ad una sentenza abbastanza ritenuta, che è probabile che questo santo (S. Giuseppe) regni con Cristo nella gloria in corpo ed anima». Oltre a S. Bernardino due altri grandi santi sostennero questa tesi, S. Francesco di Sales e S. Alfonso M. De Liguori, secondo i quali Giuseppe dopo la sua morte fu glorificato in cielo con il suo corpo e la sua anima. Anche alcuni mistici, tra cui la ven. Maria di Gesù d’Agreda. Trasluce fondamentalmente una ragione di convenienza: Giuseppe non poteva non partecipare della gloria della sua Santa Sposa e del suo Figlio divino, di cui fu il Custode santissimo.
P. Bienvenu Akodoh, parroco della chiesa di S. Teresa di Gesù a Cotonou (Benin), ha conferito sull’argomento seguente: Assunzione e Corredenzione nella geografia africana della fede. È laureato al Marianum, specializzato sull’Assunzione.
L’Africa comprende 54 paesi. Non è facile perciò parlare di tutta l’Africa. L’autore ha comunque un sentire africano ma appoggiato all’unica fede di tutta la Chiesa. Quindi è partito dalla fede cattolica vissuta in Benin.
Se l’Assunzione è dogma di fede, la Corredenzione non lo è ancora. Con quest’ultima dottrina, nessuno vuole togliere nulla all’unicità del Redentore. Dobbiamo anche evitare di minimizzare la cooperazione della Vergine nella Redenzione, diceva. In Benin non si è ancora abituati a parlare di Corredentrice. È più comune parlare dell’Addolorata. L’Immacolata Concezione e l’Assunzione sono comunque più sentite.
Il santuario dedicato all’Addolorata più conosciuto in Africa è in Kibeho, Rwanda. È legato all’apparizione del 15 agosto 1984, che profetizzò il genocidio rwandese, un paese cristiano al 90%. Tale genocidio dimostra che il messaggio cristiano non è stato inculturato, non ha penetrato nella cultura il valore del sangue umano.
Bisogna quindi porre la questione scottante dell’inculturazione: ogni uomo deve accogliere la redenzione nella propria cultura, ferita dal peccato. Occorre convincersi che il lavoro dell’evangelizzazione è più lavoro dello Spirito Santo che non dell’intelletto umano. Solo lo Spirito Santo ha potuto convincere Abramo a lasciare la terra pagana della sua nascita. Solo lo Spirito Santo, operando nei patriarchi, può spiegare le parole di Gesù: «Abramo vide il mio giorno, e se ne rallegrò». La figura di Maria di Nazareth è paradigmatica del modo in cui bisogna accogliere la salvezza: bisogna spogliarsi e lasciarsi convertire. Il titolo “Nostra Signora dell’Incarnazione” esprime meglio le sfide della conversione dell’Africa oggi. Prima la fede e poi la sua inculturazione!
Sr Maria Cecilia Pia Manelli, FI ha affrontato il tema dell’Assunzione corredenzionista nella liturgia. Il suo intervento aveva come titolo Elementi corredenzionisti nelle Messe e negli Uffici in onore dell’Assunta.
Una prima traccia liturgica della festa dell’Assunta l’abbiamo in oriente e risale a V secolo. Verso il 650 la festa dell’Assunzione fu introdotta a Roma ad opera del Papa Sergio I, ricevuta come Dormitio Mariae, che divenne poi Assumptio, come testimoniato dal Sacramentario gregoriano. Così fecero il loro ingresso a Roma anche tutte le altre feste mariane celebrate in oriente. L’introito della Messa Assumptio fin dal VII secolo era il Salmo Vultum tuum. Quale volto? Il Volto splendente della Beatissima Vergine Maria. Tutti supplicano il volto di Maria, perché quel volto è lo stesso di Cristo, il volto della Corredentrice. Nel 1950 l’introito fu cambiato con il testo dell’Apocalisse, Signum magnum: un segno grande apparve nel cielo... L’appellativo mulier richiama la Donna sotto la Croce; amicta sole, vestita di sole, invece, vuole esprimere la Donna immacolata, avvolta dal sole della grazia, e, ad un tempo, l’azione corredentiva di Maria in unione con Cristo. Da un’analisi riassuntiva dei testi della S. Messa e dell’Ufficio dell’Assunta risultano legate tra loro le verità della Madre di Dio, l’Immacolata e la Donna vestita di sole. L’Assunta è la Madre supplice, la Ministra pietatis. La liturgia è didascalia della Chiesa, al dire di Pio XII. È chiaro dunque che ogni azione liturgica riflette, canta e celebra la Madre del Verbo incarnato, come riflette, canta e celebra i mistero del Dio fatto uomo.
L’ultima conferenza è stata tenuta da P. Massimiliano M. De Gasperi, FI da titolo Contenuti corredenzionisti della “Munifecentissimus Deus”.
Il fondamento della dogmatizzazione dell’Assunta non è una ragione strettamente teologica o testi biblici e patristici singolarmente presi, bensì la fede universale della Chiesa docente e discente, animata dallo Spirito Santo. Una fede tale che ha indotto a definire il dogma: dal consenso universale del Magistero ordinario della Chiesa, si trae un argomento certo, secondo il quale, diceva Pio XII, la Chiesa crede che la Madre di Dio è assunta in corpo ed anima al cielo. Un articolo dell’Osservatore Romano alla vigilia della definizione sottolineava che il 98,2% dei Vescovi era favorevole alla definizione dogmatica dell’Assunta. Ciò dice molto della compatezza della Chiesa a quel tempo nel credere in modo unanime. C’è un’importanza fondamentale del sensus fidelium. C’è, ancora, una stretta connessione tra l’Immacolata e l’Assunta. Ma, c’è una necessaria connessione tra le due verità? Maria doveva essere assunta perché Immacolata? Non sembra che ci sia una ragione necessaria. L’argomento ex immaculata, preso in se stesso, non è definitivo ma ha una forte plausibilità. Pio XII, invece fa suo l’argomento ex virginitate, fortemente patristico: Maria non poteva perire perché grembo verginale e purissimo del Figlio di Dio. Argomento che, comunque, è da ritenersi insieme a quello della Maternità divina, come in effetti fa Pio XII nella Bolla. La IV ragione teologica dell’Assunzione, secondo Pio XII, è la predestinazione di Maria ad essere Socia del Redentore. Cinque volte nella Bolla ricorre questo principio d’associazione del Figlio alla Madre. «Generosa Socia» è allusivo della grande missione corredentiva di Maria. Munificentissimus Deus, al dire di De Gasperi, è una prova anche della Corredenzione di Maria.
Con le seguenti solenni parole Pio XII, il 1° novembre 1950 definiva in modo infallibile che la Madre di Dio è in cielo glorificata con il suo corpo e la sua anima:
«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.
Laus Deo et Mariae Virgini Coredemptrici!
psml
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